Autori Vari
a cura di Giuseppe A. Possedoni
Edizioni Libreria Canonici, Ancona - Settembre 2002
Atti del Convegno internazionale svoltosi nel Marzo 2000
Ciriaco Pizzecolli nacque ad Ancona, da nobile famiglia nel 1391 e morì a Cremona, secondo i più recenti studi, nel 1452. Fu precursore e padre dell'archeologia e in questa veste tenne davvero alto, fin dai suoi tempi, il nome di Ancona. Fu infatti personaggio molto ricordato già nella sua epoca e ancora oggi studiosi italiani e stranieri ne evidenziano, in studi specialistici, i meriti. Il suo fu in primo luogo un amore sviscerato per gli studi, abbinato a una passione quasi smodata per la ricerca dei monumenti antichi, che egli descrisse e riprodusse in disegni di sua mano. Una ricerca compiuta viaggiando (in tempi nei quali viaggiare presentava difficoltà e pericoli oggi appena concepibili) in terre lontane, tra genti non sempre benevole. La sua figura di errante perpetuo in cerca avida di notizie sul mondo classico e sull'antichissima civiltà egiziana precorre di secoli quella di una altro commerciante, Enrico Schlieman il quale, lasciati i commerci, si dedicò all'appassionata ricerca del mondo omerico. Ciriaco d'Ancona di dedicò alle stesse ricerche or sono più di cinquecento anni, primo tra gli studiosi, in condizioni incomparabilmente più ardue e difficili. Ciriaco iniziò la sua attività dedicandosi con profitto alla mercatura. Ma presto fu attratto dagli studi classici e del mondo classico volle non solo conoscere le lingue, ma anche i luoghi. Le sue numerose peregrinazioni si svolsero, oltre che per l'Italia, in Dalmazia, a Costantinopoli, nelle isole dell'Egeo, in Egitto, dovunque scoprendo e ricopiando lapidi, ritraendo i resti di antichi monumenti, acquistando antichi codici, sculture e medaglie, tutto il ricco ed importantissimo materiale così adunato descrivendo poi nei sei volumi dei Commentari, purtroppo periti nell'incendio che nel 1514 distrusse la biblioteca pesarese di Alessandro e Costanza Sforza, ma utilizzati e lodati dai contemporanei e nei manoscritti donati alla nativa città e perduti, probabilmente, nell'incendio del civico archivio del 1532. E' questa l'interessantissima e singolare figura di erudito e di ardito viaggiatore, tipico rappresentante di un‘antica razza di commercianti e navigatori, dediti ai traffici fortunati, ma anche appassionati della cultura. Io, egli dice, per grande desiderio di visitare tutto il mondo conosciuto, mi sono proposto di esplorare in ogni parte della terra i monumenti dell'antichità, che di giorno in giorno e per il logorio del tempo e per l'incuria degli uomini vanno in rovina e a tradurre per iscritto il ricordo mi sono tutto votato e dedicato. Ciriaco è discepolo di nessuno, come egli stesso si proclamerà poi, ma solo di sé stesso; è soprattutto spontaneamente e naturalmente attratto, quasi in una forma di manìa, di febbre di vedere e di conoscere di affrontare, pur tra le preoccupazioni e le costrizioni della vita pratica, le vie dell'ideale, anche quando nessuna scuola o uomo saggio ce l'abbia indicata.
pagg. 252 € 15,50