ROMANO AMERIO, IL VATICANO II E LE VARIAZIONI DELLA CHIESA CATTOLICA DEL XX SECOLO
Ed. Fede & Cultura, Verona, 2008



Autori Vari
A cura di Giuseppe A. Possedoni

Editrice Fede & Cultura, Verona - Ottobre 2008

Atti del Convegno svoltosi ad Ancona il 9 Novembre 2007

Se l’intelletto non ama, esso perde se stesso, perde il proprio essere ciò che è; tanto quanto l’amore perde se stesso ogniqualvolta non sboccia dall’intelletto, ma dagli affecta (ovvero dalle passioni, dal sopravvento delle circostanze); ogniqualvolta, cioè, sboccia da se stesso, in un impossibile tentativo di autodeterminarsi. Infatti, per l’intelletto partorire solamente se stesso, e non anche amore, e per l’amore nascere per partenogenesi, e non anche da intelligenza circa ciò che si ama, sono entrambi atti (seppure l’uno inverso e opposto dell’altro impropri alle rispettive nature: all’intelletto, infatti, è improprio non sperimentare l’amore che nasce nel momento in cui si conforma all’essere delle cose, alla realtà di ciò che esse veramente sono; mentre per l’amore è improprio pensarsi, ossia sussistere riflessivamente avendo come sola finalità se stesso. “In principio” però “era il Verbo”, e non l’amore, per cui dovrebbe discenderne che la libertà e l’amore umani dovrebbero in primo luogo assecondare il Logos e il suo svolgimento. Tuttavia, questa libertà non autoreferenziale, bensì riferita a un Logos che la fonda, non piace quasi a nessuno; e dal suo rifiuto - che caratterizza in modo soverchiante la contemporaneità - si origina quel sentimento della religione cattolica che, privilegiando il “cuore”, punta tutto sulla solidarietà, sull’amore che tende a sminuire, superare e a lasciarsi alle spalle le posizioni dogmatiche, insegnando, magari, che Dio è in pari misura in tutte le religioni che Lo cercano, ovvero nell’anelito stesso che l’uomo ha di Lui. Sembra, questa, una via liberatoria: libertà, volontà e amore primeggiano e, postisi avanti al Vero (postisi, cioè, innanzi al Logos) e al dogma che razionalmente lo esprime, conferiscono all’uomo una sensazione di sovranità su di sé tale che, talvolta, egli non riesce più a cogliere l’ispirazione dello Spirito che aggiorna la sua comprensione della Parola, e inizia, invece, ad ascoltare unicamente se stesso, giungendo fino al punto di sentirsi libero di cambiare l’essenza stessa della Parola e del portato della Tradizione e, finanche, la propria religione. Ciò - ossia il ritenere che a fondamento di tutto vi sia l’amore - implica un vulnus al Verbo, una distorsione (o “dislocazione”) delle essenze e delle processioni trinitarie, in quanto viene tolta al Verbo la spirazione d’amore (“Credo in un solo Dio ... in un solo Signore Gesù Cristo ... nello Spirito Santo che ... procede dal Padre e dal Figlio ...”). Se, invece, il primato è della Verità (Logos), allora, questa costringe l’amore, la volontà e la libertà a seguirla, a conformarsi alla luce che da essa irradia; si tratta - è evidente - di una via obbligante, perché rende palese all’uomo (sebbene egli resti sempre libero di non curarsene) il senso del proprio dovere. Questa via, di una libertà non autoreferenziale, bensì orientata alla Verità, piace però soltanto agli “infanti”, inquantoché a tutti coloro che aborrono sentirsi “piccoli”, preme anzitutto l’indipendenza del proprio io e del proprio giudizio. Tuttavia, com’è noto, per chi non si fa “piccolo”, come un bambino, è quantomeno incerta l’entrata nel Regno del Cieli. Nel 2007 ricorre il decennale della morte del filosofo cattolico luganese Romano Amerio, di cui - nonostante gli apprezzamenti rivolti alla sua opera da Giovanni Paolo II - sembra vigere una specie di “damnatio memoriae”, con un silenzio praticamente totale sugli esiti, sì opinabili, ma rilevanti, della sua indagine filosofico-teologica. Il Convegno proverà ad analizzare i risultati dei suoi studi, la sua analisi delle vicende della Chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II e il suo pensiero circa gli sviluppi del dibattito e del confronto teologici che ne sono seguiti. Il tutto letto alla luce della sua opera principale, Iota Unum.


Pagg. 145 Euro 20,00